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Fattoria Primo Renzi: tutto in famiglia…. con un po’ di Macedonia!

Nelle verdi vallate dei Piani di San Filippo, c’è l’azienda Primo Renzi che da 70 anni produce latte per le famiglie reatine, conferendolo alla Centrale del Latte di Rieti.

Primo Renzi pur avendo lasciato la gestione della fattoria al figlio Andrea e all’allevatore macedone Irfan, ormai uno di famiglia, continua a dispensare consigli e ad essere un punto di riferimento per l’azienda che continua a crescere, migliorarsi, ad acquisire macchinari sempre più all’avanguardia per ottimizzare il lavoro.

Primo ha avuto una vita non facile, piena di battute d’arresto, ma come gli dicono simpaticamente coloro che lo conoscono, ” ha sette vite come i gatti”.

Un allevatore atipico che nella vita ha fatto altri lavori anche nel campo farmaceutico, acquisendo competenze che ha messo a disposizione per l’azienda creata negli anni ’30 da suo padre.

Una piccola impresa, come tante nella zona di San Filippo, nata per fare il burro.

Nella zona di San Filippo infatti a fine Ottocento, un contadino tornato dalla Svizzera importò l’arte del burro e fino agli anni sessanta, “ quelli di San Filippo”, erano maestri nella produzione del burro come la mamma di Primo Renzi che si era dotata di tutto l’occorrente per lavorarlo, confezionarlo e venderlo alle famiglie reatine in città.
“Mamma aveva tutto – racconta Primo –  stampo in legno, carta plastificata, attrezzi antichi. Prendeva la bicicletta e lo andava a vendere a domicilio”.

Erano i tempi in cui con una sola vacca si poteva produrre burro e sostenere una famiglia.

L’azienda zootecnica è arrivata dopo, quando con la nascita della Centrale del Latte, c’era l’esigenza di produrre latte fresco per tutta la provincia.

Oggi l’azienda Renzi ha circa 200 capi, dopo molti investimenti voluti soprattutto dal figlio minore Andrea che ha ereditato dal papà la grande passione per questo lavoro e nonostante poi abbia scelto di fare il Vigile del Fuoco, nel suo tempo libero e spesso nelle sue ferie, si occupa dell’azienda di famiglia insieme ad un’altra figura importante : Irfan il contadino macedone arrivato in Italia, o meglio proprio a San Filippo nel 1992 e da allora non si è più mosso, rimanendo in azienda tra le vallate sanfilippane.

Irfan è oggi una garanzia per i Renzi che lo considerano “uno di famiglia”, ha una casa proprio vicino all’azienda e la sua vita scorre tra le sue vacche che conosce e riconosce e a cui ha dato un nome o meglio ha tramandato il nome delle nonne e bisnonne e così salutiamo Morella, Carolina nipoti di cotante nonne….

Un uomo magro, sorridente, con un italiano dalla cadenza sanfilippana ci racconta la sua giornata, tra api che gli ronzano intorno e a cui lui non dà importanza: “Arrivo alle 6.30 e mentre entra in mungitura un gruppo di vacche, accendo subito la macchina del caffè e ci metto il latte appena munto!”.

Si percepisce entusiasmo nelle sue parole soprattutto quando parla delle vacche: “Loro sono come noi, gli manca la parola, ma si fanno capire. Mangiano di notte con il fresco, gli lascio la luce accesa così ci vedono bene e non si fanno male. I vitellucci sono come bambini, dobbiamo stare molto attenti alla loro alimentazione altrimenti gli si irrita l’intestino delicato.
Le vacche da latte qui sono le regine, diamo loro solo cose buone. Io campo con il latte, il mio stipendio dipende dal latte e quindi le tratto meglio di me! Prima loro poi io!”

Irfan è orgoglioso delle sue vacche che fa mangiare meglio di lui, dice, e sottolinea che è merito anche del seme di qualità dei tori spagnoli, scelti con cura dal “padrone” Primo Renzi.

Irfan ha 2 figli, il maggiore laureato ha scelto il campo dell’ottica, il minore, ancora al liceo, è invece appassionato dell’azienda zootecnica o meglio dei mezzi agricoli super tecnologici e appena può scappa al fianco del suo papà per aiutarlo nell’attività.

Partito dall’ex Jugoslavia 28 anni fa, Irfan è arrivato in Italia per trovare un lavoro, lui già faceva l’agricoltore in Macedonia. Ricorda gli inizi molto difficili perché non capiva l’italiano.

“Mi dicevano di prendere la scopa…ma per me la scopa è metla! Oppure mi indicavano il gatto che nella mia lingua si dice mozza. Sono molto testardo e ho iniziato a studiare l’italiano di notte e mi appuntavo tutte le nuove parole su un quaderno.”

Irfan parla dell’azienda come fosse la sua, con un esemplare attaccamento e si arrabbia quando accenna al mercato italiano attuale in cui il latte viene pagato sempre meno a fronte di un generale aumento dei costi ad iniziare dal mangime.

Una storia con il lieto fine quella di Irfan che non solo ha trovato un lavoro che svolge molto bene ma anche una famiglia quella dei Renzi che lo ha aiutato in ogni situazione, accogliendolo come un amico. L’unione fa la forza e alla Fattoria Renzi ognuno dà il suo contributo per il bene dell’azienda.

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