Dalla nascita del caseificio alle antiche latterie, dai motocarri Guzzi alle buste triangolari.
La nostra azienda prima ALAR poi CLAR nasce nel 1955.
Solo dopo 8 anni, esattamente il 1 dicembre del 1963 entra in azienda un giovane ragazzo di nome Gianfranco de Santis, destinato a scrivere, insieme ad altri, la storia dello stabilimento reatino.
Gianfranco infatti, inizialmente con mansioni di operaio, velocemente acquisisce competenze che lo rendono indispensabile nella gestione e organizzazione aziendale e diventa per tutti “il direttore” svolgendo tale funzione fino al 2004 da dipendente per proseguire fino al 2018 come consigliere delegato alla gestione.
“Non volevano mandarmi via, il Presidente Lorenzoni mi ha invitato più volte a restare, ma pur rimanendo attualmente nel Consiglio, ho ritenuto giusto passare ad altri le mie mansioni, largo ai giovani, io il mio dovere penso di averlo fatto”.
E pensa bene de Santis, perché dal lontano 1963 l’azienda è diventata la sua vita e oggi ci racconta mezzo secolo di storia di un territorio.
“Siamo nati con lo scopo di trasformare il latte della piana reatina, ci dice Gianfranco – era un’associazione di produttori, coltivatori diretti, proprietari terrieri. Lo scopo è lo stesso dopo 65 anni, la sede anche è rimasta nel cuore della città affacciata sul fiume Velino, ma è diventata sempre più grande e moderna.
De Santis, soprannominato bonariamente il “ Talebano”, per la sua serietà e rigidità sul lavoro, inizia a raccontarci anche con dovizia di particolari i suoi 55 anni in azienda. Ricorda tutto come se lo vivesse adesso.
A partire dal tempo in cui in azienda lavoravano solo 5 persone, 3 donne e 2 uomini e non c’era ancora il caseificio.
Si preparava solo il burro e la panna veniva venduta sfusa in piccoli secchi alle pasticcerie di Rieti.
Il latte si vendeva parzialmente scremato ed intero nelle bottiglie di vetro.
Un’epoca in cui partivano dallo stabilimento furgoncini senza frigo, si trattava degli storici motocarri Moto Guzzi a tre ruote – “ I carri dei burgheciani”, li chiamavamo – ci dice sorridendo de Santis – il primo venditore a bordo del motocarro fu Giacomelli che riforniva le storiche latterie di Rieti come quelle di Vincenzo Abate, Arduino Giovannelli, Festuccia Antonio e tanti altri.
Scorrono immagini di un’epoca in cui le bottiglie di latte vengono messe in grandi vasche di acqua fresca perché nessuno aveva il frigorifero.
La prima rivoluzione ci fu con il Presidente Pistolesi – ci dice Gianfranco de Santis – il latte che raccoglievamo era tanto e non riuscivamo a venderlo tutto e così venne l’idea di costruire il caseificio nel ’67 – ’68. E’ stato molto difficile inizialmente, non c’era l’esperienza di adesso, si facevano solo mozzarelle grazie ad un casaro che veniva da fuori provincia insieme ai suoi 2 figli.
La seconda rivoluzione di cui ci parla de Santis è stata l’introduzione del tetrapack: leggendario il passaggio dal vetro alle buste triangolari di carta. “ Piaceva molto il tetrapack, raddoppiarono le vendite – commenta De Santis.
Cambiava tutto e anche i macchinari; dalla lavabottiglie di vetro alle linee di confezionamento.
La stessa struttura subì un profondo ampliamento. Ogni novità è stata accolto con successo, anche il nuovo modo di confezionare la mozzarella lasciandola nel suo liquido di governo, fu molto apprezzata dai consumatori. Quel liquido ne lasciava intatto il sapore e le caratteristiche.”
Condividendo i suoi ricordi, Gianfranco de Santis racconta anche un pezzo della storia di Rieti.
Una Rieti che negli anni ’60 aveva venditori ambulanti che con “ secchietti” portavano il latte porta a porta. Poi quella legge emanata dal sindaco di allora che proibì la vendita domiciliare del latte e questo fu indubbiamente un passaggio vantaggioso per la Centrale.
Facendo un excursus sul mezzo secolo in azienda, de Santis ricorda il tragico evento di Chernobyl durante il quale non si poteva vendere il latte – un periodo molto difficile in cui però il Presidente Liberati riuscì con grandi sacrifici, a pagare sempre tutti gli stipendi –
Cosa rende questa azienda così speciale? “ Ha molti anni di storia, è radicata nel territorio, ha sempre trasformato prodotti locali e genuini, ha superato tanti momenti difficili grazie a tanti uomini capaci ” risponde de Santis che ci racconta anche della rivoluzione portata dal Presidente Lorenzoni; le continue ristrutturazioni, il rinnovo dei macchinari, che hanno reso sempre più moderna e tecnologica l’azienda, i progetti di marketing e comunicazione che l’hanno resa più vicina alle persone.
Un’azienda che ha avuto anche un altro valore aggiunto: i suoi lavoratori che hanno dimostrato attaccamento aziendale. Parla dell’azienda come una persona di famiglia, lui che è stato una presenza costante, una garanzia per tanti, un riferimento per consumatori, fornitori, clienti. Molti sono transitati per la Clar, lui invece c’è sempre stato stringendo un patto di fiducia con tutti i dipendenti e i Presidenti.
“ Il Dott. Marco l’ho visto crescere, è nato dopo che io sono entrato in azienda” – commenta de Santis che ha avuto la totale fiducia prima del Dott. Enrico poi dell’attuale Presidente Marco Lorenzoni.
Cosa ha rappresentato la CLAR? La vita – ci risponde senza esitare de Santis – ho trascorso più tempo in azienda che con mia moglie! Gli orari erano molto lunghi prima e c’era la necessità di essere sempre presenti. Un’esperienza totalizzante, ma se rinascessi, rifarei tutto, comprese le difficoltà, le arrabbiature, i sacrifici. Mia moglie mi ha sempre detto che ho dato tanto all’azienda e l’azienda ha dato tanto a me.”