Con la passione per il ballo, Fabrizio sogna il robot da mungitura. Il figlio? Suona la sera e all’alba in azienda. Tanti sacrifici da oltre 100 anni.
Una storia quella dell’azienda de Angelis che inizia oltre un secolo fa nella verde campagna dei Piani di S. Filippo nel Comune di Contigliano, terra antica dove nacque la produzione del burro.
Fabrizio, titolare dell’azienda zootecnica ci parla del nonno, classe 1878 che nel 1915 inizia il viaggio imprenditoriale di cui Fabrizio è il presente e Barnaba di 29 anni il futuro.
I de Angelis sono allevatori da oltre 100 anni, nel secolo scorso il padre e lo zio di Fabrizio hanno la più importante stazione da monta per la chianina, razza a triplice attitudine carne-lavoro-latte, poi hanno introdotto la frisona il cui latte ha qualità ottime per il burro, un alimento originario di questa valle.
“Gli uomini vendevano il burro, ma mia nonna fu un’eccezione – ci racconta sorridendo con orgoglio Fabrizio – portava i panetti di burro con il suo cavalluccio e arrivando in città, pagava il dazio in base a ciò che doveva consegnare”.
Dopo aver distribuito direttamente per molti anni i propri prodotti, nel 1965 l’azienda de Angelis inizia la collaborazione con la Centrale del latte di Rieti, diventando azionista: una vacca, un’azione!
Fabrizio, che oggi ha una delle aziende zootecniche più grandi ed attrezzate della provincia, ci racconta che sin da bambino aveva la passione per la mungitura ma quella meccanica e scappava ogni mattina dal papà che ancora mungeva a mano, per andare a mungere dai vicini più attrezzati e che erano molto contenti perché Fabrizio era bravo, si concentrava senza distrarsi e senza rincorrere palloni come i suoi coetanei.
Crescendo, scopre di avere capacità e attitudine anche nell’edilizia e apre una ditta per fare il muratore e il piastrellista, diventando un artigiano molto apprezzato. Nel tempo “cosiddetto libero” che lui non ha avuto mai, continua ad aiutare il padre nell’azienda zootecnica di famiglia.
Poi la contrazione del mercato edile, il papà che invecchia e arriva la più complicata delle decisioni: cosa fare con l’azienda di famiglia? Era diventato impossibile gestire entrambe le occupazioni, così decide di lasciare la sua ditta edile e prende in mano la centenaria azienda familiare, frutto di tanti sacrifici di suo padre, di suo nonno e del suo bisnonno.
Inizia così il periodo del rilancio: amplia l’azienda e la rende moderna e tecnologica grazie ai fondi europei del Piano di Sviluppo rurale del 2004. Arriva ad avere 220 vacche e nel 2012 fa subentrare suo figlio di 21 anni.
Il nuovo giovane imprenditore è Barnaba, unico figlio interessato all’azienda. Fabrizio infatti ha tre figli. La figlia più grande dopo una laurea in lingue orientali sta prendendo la seconda laurea, la figlia più piccola frequenta la terza media e rimane lui, Barnaba “l’uomo di casa” destinato a prendere in mano l’azienda. Un impegno che convive però con una grande passione, quella per la musica, suona nel gruppo il Gatto e la Volpe ( lui è la Volpe) e le sue serate nei locali mal si conciliano con le alzatacce alle 5.30 del mattino per la mungitura.
Ereditata dal nonno la passione per l’armonica a bocca, Barnaba prosegue poi con l’organetto e fonda il gruppo musicale che lo porta in giro per la provincia. Lui la “ Volpe” ama anche stare sopra i trattori e oggi a 29 anni ha capito che è sua la sfida di proseguire e consolidare l’azienda di famiglia che già adesso impone tanti sacrifici.
In azienda si fa tutto, e si cerca di essere autonomi. I de Angelis sui loro 77 ettari coltivano erba medica, mais, orzo, grano. Il lavoro nei campi che cambia molto in base alle stagioni, è essenziale insieme a quello in stalla che impone ritmi precisi per la mungitura, la pulizia, il nutrimento del bestiame.
Fabrizio continua ad elencare tutti i lavori che devono essere fatti in azienda durante tutto l’anno, ogni giorno, 7 giorni su 7, un lungo elenco. Viene spontanea la domanda: Quando vai in vacanza? E lui inizia a ridere ed ironicamente risponde – “Sono stato due giorni al pronto soccorso per rilassarmi un po’, poi per combattere lo stress sono tornato subito in azienda, la prossima volta lascio i soldi alle vacche per comprarsi da sole il cibo al negozio”.
Battute ironiche per farci comprendere che chi ha un’azienda zootecnica non può concedersi pause.
Con gli occhi ancora fieri, Fabrizio denuncia però amarezza e preoccupazione perché dopo aver investito moltissimo, oltre centomila euro per le quote latte, si è ritrovato in un mercato in cui, lui dice, le quote non gli sono servite a nulla se non a far crollare i prezzi – “non ho avuto nessun ritorno o garanzia per il mio investimento . Non siamo stati tutelati. Fortunatamente oggi la Centrale dà un senso al nostro lavoro. Mi auguro che per il futuro ci sia un piccolo aumento del prezzo del latte per affrontare meglio la crisi e i momenti difficili”.
Fabrizio continua il racconto per farci capire che dietro ogni azienda ci sono tante privazioni e scelte difficili. In virtù di tutte le rinunce, i debiti, i sacrifici, gli ingenti investimenti, il pagamento di tutte le spese Fabrizio è obbligato ad avere fiducia nel futuro, altrimenti sarebbe un fallimento che lui non vuole accettare. Ha una grande azienda tra le più attrezzate tecnologicamente e vorrebbe avere maggiori soddisfazioni.
“Le aziende agricole fanno girare l’economia, sono molte a gestione familiare e continuano a fare investimenti. Il Paese si solleva solo con l’agricoltura poi l’industria”.
Oltre alla passione per il ballo in cui ci dicono essere molto bravo, il ballerino imprenditore agricolo ha un sogno; un robot da mungitura che renda meno difficoltoso e più gestibile il lavoro. Vorrebbe un’azienda produttiva e sempre all’avanguardia gestita da suo figlio.
La sua grande esperienza da imprenditore agricolo cerca di trasferirla al figlio Barnaba con il quale condivide intanto la passione per la musica, chi balla e chi suona, e poi, uniti e complici nutrono la stessa speranza per un futuro produttivo per la centenaria azienda.